Guido Pfeiffer

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GUIDO PFEIFFER



E’ morto Guido Pfeiffer e chiude anche la rivista SUB Il 2017 sarà sicuramente ricordato dai posteri e dagli storici come l’anno orribile per la subacquea.
Per parlare di quello che è successo quest’anno traggo spunto proprio dall’annus horribilis 69 dopo Cristo quando alla guida dell’impero romano si succedettero ben 4 imperatori.
Partendo dal 13 novembre 2016 morì Enzo Maiorca il più grande profondista di tutti i tempi che stabilì 17 primati mondiali d’immersione nell’arco di 28 anni. Nel mese di aprile 2017 ha cessato le pubblicazioni la rivista Il Subacqueo dopo 45 anni di presenza sul mercato. Era stata per tanti anni uno dei punti di riferimento delle attività subacquee e ha chiuso, inopinatamente le pubblicazioni tradendo un gran numero di fedeli lettori. Il 15 settembre a Minorca è morto dopo una terribile e fulminante malattia Guido Pfeiffer fondatore, editore e direttore della rivista SUB e con lui cessa di esistere anche la rivista subacquea più autorevole.
In dodici mesi, purtroppo, se ne sono andati due grandi uomini e due grandi riviste. Per i famigliari il vuoto e il dolore terribile lasciati saranno mitigati pian piano solo dal tempo, ma per le attività subacquee rimane soltanto un grande vuoto e la mancanza di almeno una testata che possa dar voce e visibilità al settore.

Del personaggio Guido Pfeiffer scrive in modo toccante e sentito la vedova Flory Calò sul n° 386 di SUB, l’ultimo numero edito dalla loro casa editrice Adventures srl.
Conobbi Guido a Milano, grazie a un vero signore dell’editoria nautica, Franco Belloni, direttore del mensile Mare 2000. Belloni mi diede l’incarico di fare dei grandi servizi per la sua rivista di nautica e curare le notizie sugli argomenti subacquei. Il mio referente in redazione era Flory Calò.
In redazione conobbi anche Guido e quando nel 1984 decisero di imbarcarsi nell’avventura di una nuova rivista mi chiesero di collaborare. Per me si concretizzava uno dei tanti sogni: entrare seriamente in una rivista specializzata. Accolsi la proposta con entusiasmo ed ebbi l’onore di scrivere l’articolo con il quale si apriva la rivista. Era la mia intervista a Duilio Marcante, il padre della didattica subacquea italiana e nelle pagine interne c’era un mio articolone sul 42° compleanno della Cressi. Dopo pochi mesi, Guido mi affidò anche l’incarico esclusivo della raccolta pubblicitaria. La collaborazione andò avanti con piena e reciproca soddisfazione per molti anni. SUB era sempre più apprezzata dagli appassionati, crescevano i lettori, aumentavano gli inserzionisti. Oltre alla quasi totalità delle aziende subacquee riuscimmo ad acquisire molti clienti extra settore. Ricordo fra i tanti: l’Oreal, Kodak, Ilford. Gancia, 3M, Omega, Citizen, FIAT, Biscaldi, Birra Corona, TEA, NIKON, Philip Watch, SqualSector, Yamaha, Mercury Tag Heuer, ENEL, ecc.
Ideammo e lanciammo assieme numerosi Photocontest internazionali con vari tour operator in molte località esotiche. Seguivamo e spesso collaboravamo con i campioni di apnea profonda e lanciammo persino il grande profondista cubano Pipin. Erano gli "anni d’oro della subacquea” come mi piace definirli. SUB era diventata leader e il nostro rapporto, da commerciale, era diventato di grande stima e amicizia.
Arrivammo al momento culminante del successo nell’anno 1990. Ricordo benissimo la sorpresa che mi fecero Guido e Flory in occasione dell’annuale cena di Natale a Milano: un bella coppa con scritto sulla targhetta "A Gianni Risso per il primo miliardo”. Si trattava del fatturato globale della pubblicità sulle riviste SUB e Pescasub della loro casa editrice Adventures srl. In quegli anni la subacquea era in continua espansione e le aziende avevano dei budget significativi. Agli anni d’oro seguirono tempi sempre meno felici, fino ad arrivare alla chiusura della rivista storica Mondo Sommerso. Sesto Continente non riuscì a reggere ai costi. Poi chiuse la bellissima rivista AQUA. Seguirono altre… meteore come SubAqua ma fra tante solo SUB ha resistito alla crisi.
Ora, purtroppo, anche SUB cessa le pubblicazioni, ma come spiega Guido nel suo editoriale premonitore, ha gettato la spugna solo a causa della… vecchiaia.
Tanti amici e collaboratori hanno espresso il loro dolore per l’improvvisa morte di Guido Pfeiffer, io vorrei ricordarlo a modo mio.
Guido, proprio quest’anno era stato premiato dall’Ordine dei Giornalisti di Milano per i suoi cinquanta anni di attività professionale. Per descrivere la filosofia del nostro direttore ricordo una storia assai significativa che vale più di mille parole. Un giorno, negli anni ottanta, il più grande subacqueo di tutti i tempi, Raimondo Bucher, gli chiese di pubblicare un articolo sull’uso del GAV e sulla sua pericolosità. Come si sa, Bucher nel corso della sua vita non utilizzò mail il GAV e si immergeva anche in profondità oltre gli 80 anni. Risaliva anche da quote da corallaro, oltre i cento metri, aiutandosi con una borsina di nylon nella quale immetteva aria al momento della risalita. Guido, senza timore di perdere inserzionisti fra le ditte che producevano GAV, lo pubblicò. La conseguenza pratica fu che per un anno intero una primaria ditta ligure ci tolse completamente la pubblicità per ripicca.
Per Guido prevaleva sempre l’etica e non si prestava a facili marchette. Certo perdevamo qualche pagina pubblicitaria ma crescevano i lettori e la credibilità di SUB

Oltre a questo insegnamento mi preme ricordare la tangibile eredità che Guido ha lasciato a tutti i subacquei. In oltre 30 anni di attività, in base a un mio calcolo approssimativo ma realistico, dalla casa editrice di Guido Pfeiffer e Flory Calò sono state edite oltre 63.000 pagine. Nel dettaglio ho calcolato: con 386 numeri della rivista SUB 38.600 pagine; con Pescasub 300 numeri 19.200 pagine; con 20 numeri di Fotosub 1.700 pagine; con Canoa & Rafting più di 2000 pagine e con più di 20 Speciali altre 2000 pagine. Penso che in tutto il Mondo non ci sia stato ed ormai mai più ci sarà un personaggio che riuscirà a fare quello che ha fatto Guido Pfeiffer.

Un grande Abbraccio Amico mio.
Gianni Risso. 11 novembre 2017.

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